Riepilogo: I National Institutes of Health hanno assegnato 3,9 milioni di dollari a Joyita Dutta, PhD, presso l'UMass Amherst per verificare se i dispositivi indossabili per il monitoraggio del sonno possano rilevare i primi segnali del morbo di Alzheimer correlando i modelli di sonno con i biomarcatori del sangue. Lo studio monitorerà i modelli di sonno in individui a rischio che utilizzano dispositivi come Apple Watch e Oura Ring, con l'obiettivo di identificare potenziali connessioni tra interruzioni del sonno e futuro declino cognitivo.
Punti chiave:
- Dispositivi indossabili per la diagnosi precoce:Lo studio mira a determinare se i comuni dispositivi indossabili siano in grado di rilevare i modelli di sonno associati ai primi biomarcatori ematici del morbo di Alzheimer, offrendo un sistema di allerta precoce non invasivo.
- Concentrarsi sugli individui a rischio:La ricerca è rivolta a individui con predisposizione genetica all'Alzheimer ma senza sintomi cognitivi visibili, cercando di cogliere i segnali prima che si sviluppi il deterioramento.
- Integrazione di più fonti di dati:Lo studio combina dati indossabili, informazioni genetiche e biomarcatori del sangue per costruire un modello completo che collega l'interruzione del sonno al rischio di Alzheimer.
Il National Institutes of Health ha assegnato Joyita DuttaPhD, professore di ingegneria biomedica presso l'Università del Massachusetts ad Amherst, 3,9 milioni di dollari in cinque anni per studiare se i dispositivi indossabili per il monitoraggio del sonno possano prevedere i biomarcatori ematici del morbo di Alzheimer in soggetti a rischio.
L'interruzione del sonno è uno dei tratti distintivi del morbo di Alzheimer, anche prima che si manifestino i sintomi cognitivi. Tuttavia, le valutazioni del sonno gold standard sono costose e di solito forniscono dati solo per una singola notte. Con l'obiettivo di espandere la diagnosi precoce dell'Alzheimer, Dutta valuterà se i tracker del sonno discreti possono registrare modelli di sonno correlati al futuro declino cognitivo, come indicato dai biomarcatori del sangue.
Sebbene non consideri i dispositivi indossabili un sostituto degli approcci clinici per rilevare la malattia di Alzheimer o il cambiamento cognitivo, potrebbero essere uno strumento per segnalare gli individui a rischio e fungere da sistema di allerta precoce. “Molte persone indossano già gli smartwatch per dormire oggigiorno”, afferma in un comunicato. “Immaginate di ricevere un avviso dal vostro smartwatch che vi consiglia di consultare un neurologo. Questa potrebbe essere la direzione in cui ci stiamo muovendo”.
Valutazione dei modelli di sonno
Il suo studio valuterà i modelli di sonno delle persone con una predisposizione genetica allo sviluppo del morbo di Alzheimer ma senza segni osservabili di deterioramento cognitivo. Invece di completare uno studio del sonno di una notte, i partecipanti indosseranno anche tre tipi di rilevatori del sonno per una settimana: l'Apple Watch, l'Oura Ring e il CGX Patch, un elettroencefalogramma (EEG) indossabile che è essenzialmente un cerotto adesivo sulla fronte con elettrodi metallici che misurano l'attività cerebrale.
I dati di questi dispositivi indossabili saranno confrontati con nuovi esami del sangue che misurano le proteine amiloidi e tau, biomarcatori precoci chiave della malattia di Alzheimer. Questa valutazione sarà ripetuta dopo due anni per rilevare possibili cambiamenti.
“Il nostro lavoro precedente include lo sviluppo di modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale che collegano i modelli del sonno al deterioramento cognitivo. Questa sovvenzione ci consente di portare la ricerca a un livello superiore”, afferma Dutta in un comunicato. “Il progetto consentirà l'integrazione di una grande quantità di nuovi dati, informazioni genetiche, metriche derivate da dispositivi indossabili e biomarcatori basati sul sangue per creare un quadro più completo dell'asse sonno-demenza”.
Sebbene gli esami del sangue per la malattia di Alzheimer stiano diventando sempre più accurati, identificare chi dovrebbe sottoporsi a questi esami e indirizzarsi a un neurologo rimane una sfida. Dutta nota che “i dispositivi indossabili sono qui per restare. Potrebbero colmare questa lacuna nella diagnostica consentendo la diagnosi precoce della malattia di Alzheimer”.